Sezione 05 - L’età del naturalismo attraverso le scuole regionali italiane - Meridione
Il panorama della pittura a Napoli e più in generale nell’Italia meridionale nel secondo Ottocento individua le sue premesse nella sperimentazione dei fratelli Filippo e Giuseppe Palizzi, a lungo attivi con acclamato successo e con autorevolezza accademica – come dimostrano le precoci composizione di Irolli, più innanzi nel tempo esponente di una pittura di genere aneddotica – nel settore di un paesaggismo naturalistico spesso atteggiato a scenario ideale per rappresentazioni della vita agreste e pastorale risolte in chiave nostalgicamente arcadica e bucolica.
De Nittis, trasferitosi dalla Puglia a Parigi dove lavora a contatto con gli Impressionisti, è rappresentato con un’elegante scena di vita moderna e di genere connotata dal brio proprio dei modi di Meissonnier. Il passaggio dalle istanze del vero a quelle post-naturalistiche è testimoniato dalle esperienze di Michetti, condotte in parallelo a quelle svolte utilizzando la fotografia, e di Mancini esponente di una pittura d’intensa valenza materica e cromatica.