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Ingresso - La raccolta Giannoni: storia e fisonomia
L’interesse di Alfredo Giannoni per la pittura e la scultura del proprio tempo si manifesta fin dal primo decennio del Novecento. Inizialmente Giannoni si orienta verso artisti lombardi quali Giovanni Sottocornola e Achille Tominetti, ma, grazie all’amicizia stretta con Carlo Fornara e Giovanni Battista Ciolina, nel contempo si apre anche alla pittura di Enrico Cavalli e, in generale, degli artisti della Val Vigezzo.
Ben presto altri stimoli intervengono a irrobustire una passione ormai divenuta testimonianza di uno status sociale sempre più autorevole e sicuro: dal rapporto con il direttore dei Musei Civici di Novara Alessandro Viglio alla parentela acquisita con il noto tenore Giuseppe Borgatti, che accentuò i riferimenti di Giannoni alle interrelazioni tra musica, pittura e poesia favorendo il suo incontro con Plinio Nomellini di cui entrano a far parte della collezione alcuni capolavori divisionisti; ancora Nomellini è forse tramite per un allargamento verso la pittura toscana degli allievi di Fattori, del gruppo labronico e in particolare di Lorenzo Viani.
Nel corso degli anni Venti la raccolta diventa ricca e complessa. I gusti di Giannoni si rivelano eterogenei, spaziando dall’Ottocento tardo romantico e dalle sue implicazioni veriste al primo Novecento intimista e rassicurante. Successivamente, Giannoni mostra delle aperture nei confronti della pittura del Novecento, sia pure optando per una tendenza moderata, anche in virtù della nuova amicizia con Pietro Gaudenzi, artista gradito all’establishment ufficiale. Consolidando il rapporto con il critico Raffaello Giolli, il collezionista acquista alla Galleria Cotroney di Novara un compatto nucleo di opere rappresentative del Novecento Italiano che costituiscono il punto di arrivo dell’articolata raccolta: da un lato Domenico De Bernardi, Cesare Monti, Pietro Marussig, Baccio Maria Bacci e Achille Funi, dall’altro Francesco Trombadori, Francesco Casorati, Giovanni Costetti, Gianni Vagnetti. Con questi sviluppi la collezione, iniziata in chiave localistica o lombarda, esula dal solo taglio tradizionale o regionale per orientarsi verso un più ampio spettro di rappresentatività nazionale.
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